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Mediterraneo
Il ricordo del Mediterraneo è qualcosa che ti porti dentro per sempre. Quando credi di averlo dimenticato, lo stesso ricordo ti abbraccia e ti riporta tra le sue onde che purtroppo non sono più come le ricordavi: la sua civiltà rischia di essere cancellata senza tregua dalla struggente avanzata di un’Europa ignara delle sue radici.
Il destino del mare, invece, è quello di creare la vita e non di distruggerla: dalle campagne alle fabbriche, dai contadini ai pescatori e alle menti geniali spesso ignorate ,il Mediterraneo non riconosce questa pagina della sua storia perché non gli appartiene, ma tanti uomini continuano a scriverla, con la conseguenza di un’economia priva di risorse materiali e morali.
La Grecia chiude, insieme ai suoi negozi, anche le speranze; in Italia si vive tra la paura di perdere il lavoro per chi ce l’ha e l’angoscia di non trovarlo mai per chi non ce l’ha.
Eppure, il vento continuerà a diffondere il suo sibilo, soprattutto tra la Grecia e l’Italia, tra le banche e la corruzione, tra veri poveri e spietati padroni, tra la speranza orami stanca e il cuore di ogni uomo che ama questo mare e le sue vicine terre.
Il Mediterraneo è troppo grande e non potrà scomparire, ma forse anche le sue acque si prosciugheranno con lo sfruttamento della sua dignità, del suo onore.
Il vento oggi ci chiede di salvare le sue acque e le sue genti.
Sono risorte più volte città distrutte e rase al suolo, più volte uragani e maremoti hanno sconvolto l’universo, ma più volte sulla terra e sul mare è tornato a risplendere il sole.
Mediterraneo, il tuo ricordo mi richiama e mi dice di chiedere al mondo la tua nuova vita…
Tornerò ad abbracciare le tue onde, perché ho riposto la speranza in un mondo nuovo che ti salverà.
Elisabetta Turano